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Acquedotto Augusteo del Serino

CYOP&KAF - Solidi

Acquedotto Augusteo del Serino


Opening:

12 dicembre 2019 - ore 18.00


Mostra:

Dal 12 dicembre 2019 al 16 febbraio 2020 (prorogata a giugno 2020


 

Molto tempo fa qualcuno ci ha insegnato che è l’esercizio della verità che porta all’invenzione del linguaggio, e non viceversa. Così andiamo randagi, esplorando il mondo senza giudicare, cavalcandone le contraddizioni e, solo poi, ne balbettiamo il racconto, con dipinti, immagini in movimento, sculture, parole. (cyop&kaf)


Da circa cinque anni – anche perché esausti della piega che l’arte pubblica stava prendendo in città – abbiamo indirizzato la nostra ricerca verso materiali e pratiche a noi allora quasi ignoti. Abbiamo cercato il confronto con amici artigiani che ci hanno ospitato nelle loro botteghe, mettendoci a disposizione conoscenze, materiali e immateriali.


Senza sapere bene dove ci avrebbe portati l’intraprendere questa strada, abbiamo iniziato a produrre piccole sculture in terracotta, poi bagnate nel cemento. Nella loro struttura queste opere hanno la stessa l’incompiutezza di ogni essere vivente al di fuori del proprio habitat. Per questo immaginavamo che avrebbero dovuto entrare in simbiosi con lo spazio che le avrebbe infine accolte. Le poche righe che accompagnano il lavoro recitano:


Solidi è un film di fantascienza di infimo ordine. Inizia con una tempesta incandescente che riduce a poche centinaia la nostra specie. La terra, cotta, andando a spegnersi imprigiona in un inconsapevole ultimo atto molti esseri viventi (il flashback pompeiano è pressoché immediato).

Anni dopo un’equipe di archeologi scavando trova. Cosa? Pezzi di medioevo, vuoti da cementificare: è la loro più ghiotta occasione di capire chi (o cosa) siamo stati in questo sprint di partenza del ventunesimo secolo rivelatosi poi, a ben vedere, un rush finale senza vincitori.


 


 

Dunque, a seguire, parte integrante del lavoro è stato un inquieto girovagare tra i luoghi ipogei della città, nell’intento di trovare lo spazio che meglio avrebbe potuto esaltare le nostre sculture, e viceversa. Ne abbiamo visitati molti ma per i più diversi motivi nessuno ci convinceva appieno. Fino a quando siamo approdati negli spazi di Aqua Augustaed è stato per noi una folgorazione.


Lo spazio ipogeo dell’Acquedotto, segno marcato del tempo che trasforma le cose, potrebbe accogliere queste piccole sculture tra i suoi anfratti e le sue stratificazioni. Come apparizioni improvvise. Resti o premonizioni?


I supporti, la terra e il ferro, sarebbero materia che partecipa al racconto di un passato non troppo lontano o di un futuro rugginoso.


Esseri minuscoli, in cui il visitatore sotterraneo potrebbe imbattersi. Oppure no.


Lo scenario post apocalittico a cui, ironia della sorte, abbiamo intenzione di "dar vita" necessita di un'ambientazione sonora capace di oscillare tra la drammaticità di un'estinzione totale e una fioritura in controluce, molto in là da venire, eppure di cui già sentiamo i profumi.


 

PARTECIPAZIONI


Abbiamo chiesto ad Antonio Raia (sassofono), Renato Fiorito e Massimo Marciano (elettronica), di lavorare in questa direzione.


Esclusivamente il giorno dell’inaugurazione 20 musicisti della [OE]OAS – costola dell’Orchestra Elettroacustica Officina Arti Soniche – OEOAS, organismo sonoro mutante che conta oltre duecento membri tra Italia e Europa – daranno vita a 4 differenti set sonori. Durante i restanti giorni della mostra il brano che accompagna i visitatori è opera di dj 2Phast.


E’ inoltre disponibile una pubblicazione dall’omonimo titolo della mostra con le fotografie di Mario Spada.


 


 

BIOGRAFIA ARTISTA


cyop&kaf da oltre venti anni vanno infestando la loro città con segni che i più definiscono inquietanti. Utilizzano ogni mezzo necessario affinché i luoghi, loro stessi, e le persone che li vivono, possano trasformare innanzitutto la percezione spesso incrostata che hanno di sé stessi. Per queste e mille altre ragioni sconfinano talvolta nella scrittura (napolimonitor.it), nell’urbanistica (Quartieri Spagnoli/Taranto), nel cinema. Fanno ricerca insomma, e hanno pure vinto



dei premi, ma questo veramente non importa.


 

VIDEO REPORTAGE






 

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